Ha un motore Audi da 421 cavalli e solo 70 esemplari verranno realizzati. Ispirata alla Lotus Seven, ha foto di presentazione che sembrano quasi mistiche. Vediamo insieme i dettagli.
Immaginate di essere un facoltoso appassionato di auto. Immaginate di essere innamorato di una vettura in particolare. L’avete trovata? Bene. Ora pensate di volerla riprodurre, secondo vostri gusti e vostri idee. E’ bene o male quello che è successo tra gli anni ‘70 e ‘80 in Olanda. Il nostro mister X è Joop Donkervoort, appassionato di Lotus, in particolare della Seven.
Lotus Seven è stata una vettura prodotta tra il 1957 e 1973, due posti secchi, racchiusi in una struttura a barchetta. Gli esemplari prodotti, in tutti questi anni, sono stati circa 2500. L’idea che ha dato l'input per la produzione della Seven, era quella di realizzare una vettura sportiva più economica, rispetto alla più costosa Lotus Eleven. Priva di tettuccio, con ruote scoperte e con carrozzeria realizzata da pannelli d’alluminio, la meccanica di questa vettura era quantomeno “di serie”. Il cambio manuale a 4 rapporti era un BMC (casa automobilistica inglese in attività tra il 1952 e 1968 fondata dalla Austin Motor), freni a tamburo Ford, ponte posteriore della Nash Metropolitan, motore 4 cilindri in linea a camme laterale Ford da 1172 centimetri cubici con 36 cavalli di potenza. Il peso? Una piuma, 406 kg.
Ed eccoci ai giorni nostri, con l’ultima versione presentata al pubblico. Stiamo parlando della Donkervoort D8 GTO-JD70, una versione speciale della D8 GTO, della stessa casa olandese, questa volta prodotta in 70 unità. Il motivo di questo numero esiguo? Joop Donkervoort compie 70 anni.
Con un prezzo di 164.000 euro (più iva), monta un motore Audi da 2.5 litri con turbocompressore e 421 cavalli. Anche la coppia è aumentata rispetto alle D8 GTO, rispettivamente 520 Nm contro i “tradizionali” 450 Nm.
Gli ingegneri olandesi hanno lavorato per portare la vettura in un ambito di sostenibilità anche ambientale. Con le stringenti norme anti inquinamento che si stanno sviluppando in tutta Europa era fondamentale portare la Donkervoort in linea con gli altri produttori di vettura. Ecco perché hanno deciso di rivisitare il sistema di scarico e il catalizzatore, per far omologare la vettura come Euro 6d-temp. Per gli appassionati del cambio con sistema “punta-tacco”, il manuale 5 marce è stato ottimizzato, grazie all’inserimento di un sistema di “rev-matching” della Bosch che simula per l’appunto il gioco punta tacco nelle staccate decise.
Molto lavoro è stato fatto anche per portare la massa al di sotto dei 700 kg. Un materiale usato a man basse in questa vettura è stato ovviamente il carbonio, molto più leggero rispetto all’acciaio, ma decisamente resistente e prestazionale. Secondo i dati dichiarati dalla casa automobilistica, circa il 95% della carrozzeria è stata prodotta con questo materiale speciale, così come i sedili e la plancia. La batteria inoltre è stata alleggerita, e lo stesso discorso possiamo farlo per il frontale, però da un punto di vista estetico. A guardarlo infatti è più pulito l’anteriore, anche se sono state apportare modifiche importanti per aumentare la deportanza, ovvero il tener schiacciata la vettura a terra (fondamentale alle alte velocità).
Ci sono in conclusione due chicche che vi vogliamo raccontare. La prima riguarda il volante, dotato dello sgancio rapido, come le vetture di Formula 1. La seconda è legata al controllo di trazione che si disattiva ogni volta che spegniamo la vettura e che deve essere re-inserito nel momento dell’accessione, sempre che il conducente ritenga opportuno di doverlo accendere.
Il prezzo? Nessun dato in merito. Peccato, perchè era un buon metro di confronto con altre vetture particolari.