Il capo dei 5 stelle ha annunciato che l’odiata tassa che affligge i proprietari di veicoli, verrà eliminata. Non è la prima volta che sentiamo un proclama simile. Già Berlusconi nel lontano 2008 lo aveva preannunciato. Cerchiamo di capire se è realmente fattibile.
La tassa automobilistica, una volta detta “tassa di circolazione”, è normalmente conosciuta con il nome di “#bollo auto”. Dal punto di vista tecnico si tratta di un tributo locale e non nazionale, in quanto le somme in denaro versate dai contribuenti sono destinate alle Regioni. Basandosi sul D.P.R. numero 39 del 1953 “Testo unico delle leggi sulle tasse automobilistiche”, da oltre 60 anni gli italiani si trovano ogni anno a pagare un qualcosa che, a detta di molti, non è giusto. In molti stati europei infatti è stata abolita, oppure assorbita nelle aliquote dei carburanti, o altre soluzioni che hanno fatto "sorridere" gli automobilisti. In Italia invece nulla di tutto ciò è avvenuto, anzi. Molti proclami da parte dei politici, ma nulla di concreto è stato finora cambiato.
Giovedì scorso, durante la famosa trasmissione televisiva Uno Mattina, il vice Premier e capo del partito dei 5 Stelle, ha affermato:
“Vogliamo eliminare il bollo auto, fare in modo che entro la fine dell’anno ci sia una consistente riduzione o l’abolizione del bollo.”
Parole simili a quelle nel 2008 da Berlusconi, e ribadite anche poco tempo fa dal Governatore della Lombardia, Maroni, proprio per la struttura della tassa che è locale e non nazionale. E sicuramente non è facile andare a toglierla del tutto immediatamente. Si tratta infatti di un importante gettito fiscale per le Regioni. Stiamo parlando di circa 6.5 miliardi di euro che da un momento all’altro non ariverebbero più all’interno delle loro casse. Ne conseguirebbe un aumento immediato delle aliquote o un taglio di alcuni servizi, nella maggioranza dei casi. Come alternativa, si potrebbe pensare a un trasferimento da parte dello Stato di un importo pari al mancato gettito, ma anche qui la domanda è una sola: dove trova Roma una cifra di tale importo in modo permanente?
Poche settimane fa, precisamente il 20 maggio di quest’anno, con la sentenza numero 122/2019, la Corte di Cassazione ha affermato che le Regioni possono andare a eliminarla o diminuirla. In pratica hanno l’autorizzazione, ma non si indica alcune best practice per attuarla.
Attualmente le auto con più di 30 anni sono esentate dal pagamento del bollo. Quello che finora il governo gialloverde ha messo in cantiere è la diminuzione del 50% della tassa, per le vetture che hanno tra i 20 e i 29 anni di vita, definite per l’appunto “semistoriche”. Una via di mezzo, che però non va a incontrare la maggioranza delle vetture circolanti nel nostro paese. Avere quell’età, vuol dire che il mezzo deve essere stato immatricolato tra il 1990 e 1999. A ragionarci bene, veicoli con quella anzianità costruttiva dovrebbero però essere incentivati nella demolizione, invece che una riduzione del pagamento del bollo, visto che rispettano norme antinquinamento molto datate e che possono ledere il nostro pianeta con i gas di scarico.
Ampliando un attimo il raggio d’analisi, si nota subito che queste tipologie di imposte, sono da sempre oggetto di critiche da chi le deve pagare e proclami politici da parte dei governanti o degli aspiranti. Il canone Rai è un altro esempio di come si possa accendere il clima politico in tempo zero.
Vedremo quindi nelle prossime settimane, se Di Maio riuscirà a portare avanti il proprio intento, ovvero quello di eliminare completamente il bollo auto per tutti gli italiani, e non solo parzialmente per coloro che hanno vetture con oltre 20 anni.
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