Uno dei maggiori pericoli per gli appassionati delle due ruote è la chiusura dell’avantreno. Bosch sta testando un nuovo metodo per impedire questa evenienza, con un sistema quasi da fantascienza. Vediamolo insieme.
Guardare una gara di motociclismo, in particolare la MotoGp, fa venire la pelle d’oca. Manovre al limite, sorpassi dove non si crede possano avvenire e sfide a oltre trecento chilometri orari. Ricordate il celebre sorpasso di Valentino Rossi a Stoner alla curva “cavatappi” del circuito di Laguna Seca negli Stati Uniti? Aderenza e cambio di traiettoria fecero sobbalzare tutti i telespettatori sul divano, pub o altro.
Rifare questo nelle nostre strade è assolutamente vietato e mai nessuno dovrebbe avere la benché minima intenzione di guidare come se fosse in pista. Capita però, che in determinate situazioni, i centauri vorrebbe avere la prontezza di riflessi dei supercampioni come Rossi, Marquez o Dovizioso. Loro sono chiaramente piloti professionisti formati costantemente per affrontare qualsiasi situazione possibile e inimmaginabile in pista, ma capita anche a loro di incappare in cadute o altro. Può succedere che commettano errori in fase di frenata o hanno problemi di inserimento della marcia, oppure valutano male l’inclinazione della moto. A volte, per recuperare eventuali errori di velocità troppo alta, provano un’inclinazione eccessiva e, come si dice nello slang delle due ruote, “gli si chiude l’anteriore”. In altre parole, se la moto ha un angolo di piega troppo stretto, può succedere che l’aderenza del pneumatico anteriore possa cedere e portare la moto alla caduta.
Questa situazione può accadere anche nelle nostre strade, per via ad esempio di un asfalto scivoloso o sdrucciolevole. Le due principali differenze tra una caduta in pista o una caduta sulle strade tradizionali sono la presenza o meno di veicoli in senso opposto di marcia e le protezioni all’avanguardia che hanno i piloti professionisti. Cadere nelle strade ordinarie espone infatti il pilota a una collisione molto più probabile con un veicolo che proviene in senso opposto o che sopraggiunge nel rispettivo senso di marcia, aspetto che accade molto più di rado nelle gare (senza dimenticare le tragedie di Simoncelli, Antonelli e altri motociclisti morti durante le gare).
Al fine di impedire questa tipologia di caduta, ovvero per perdita di aderenza dell’anteriore, Bosch, la nota casa tedesca, sta testando in una fase avanzata, un dispositivo che mantiene la moto in traiettoria. Si tratta di due getti d’aria compressa che vengono emessi dalla moto, ogni qual volta che il sensore ad essi connesso, rivela un’imminente caduta. Un vero e proprio sistema avveniristico, che fa immergere chi assiste ai test, a una sensazione di fantascienza. Se nella MotoGp i piloti provano a recuperare l’#avantreno lavorando di spalla, in questo caso, fa tutto l’elettronica e l’appassionato non deve fare null’altro che guidare e riprendere la moto. Grazie a questo getto d’aria, infatti non ci sono grosse sbandate o nervosismi della moto, proprio per via dell’ottima fase di progettazione della casa tedesca. La moto infatti si rimette in traiettoria in modo perfetto, senza alcuna problematica di nessun tipo.
Va da sé che ovviamente questo non deve essere un pretesto per abusare di questa tecnologia e cercare di andare al limite. Tale tecnologia infatti è stata pensare per impedire cadute ed aumentare il tasso di sicurezza dei centauri, la cui sicurezza personale è messa a dura prova per via dell’assenza di protezioni quali airbag o altro, presenti nelle vetture.
All’attuale fase di progettazione, la fuoriuscita del gas può avvenire solo una volta, andando a sviluppare un utilizzo monouso, ma indiscrezioni dicono che gli ingegneri Bosch stanno studiando un sistema per usarlo più volte, prima di recarsi in officina per ricaricarlo.
La commercializzazione dovrebbe essere imminente, dopo aver perfezionato tutti gli aspetti di test e verifica necessari perché tale tecnologia possa essere applicata su larga scala. Entro la fine dell’anno dovremmo però vederla applicata sulle prime moto, probabilmente su quelle di fascia alta, per poi essere applicate sulle altre moto.
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