La casa Automotive tedesca Opel spegne un'importantissima candelina sulla sua torta di compleanno.
Non sono molte le aziende che possono vantare una storia così lunga, e sicuramente non è normale trovare una casa Automotive con una storia ultracentenaria.
Nel mondo della mobilità sostenibile, si vedono infatti moltissime aziende che nascono da startup e da imprenditori giovani. Basti semplicemente pensare a Tesla e alle sue auto che stanno rivoluzionando il mercato Automotive.
Una casa Automotive, però, conosciuta in tutto il mondo e che ha caratterizzato anche il nostro mercato italiano, è decisamente Opel. In questi giorni, è arrivato il 160esimo compleanno di una storia, eccezionale sotto diversi aspetti.
Moltissimi modelli sono stati delle vere e proprie leggende della mobilità, come ad esempio Opel Kadett, ma anche Opel Astra, Corsa e Vectra.
Diverse tipologie di auto, per diverse tipologie di clienti che sono comunque accumulate nella qualità costruttiva e nel logo. Questo segno del fulmine, che ormai è ben radicato nella mente di tutti noi, trasmette sensazioni e dettagli di assoluta qualità, e di assoluta definizione di un ottimo rapporto qualità prezzo.
Per spegnere queste importantissime candeline, Opel ha deciso di organizzare un mese di festeggiamenti. Una storia nata quindi nel 1862 in una piccola cittadina tedesca dal nome Rüsselsheim.
Eravamo quindi in un'epoca dove le persone si spostavano a piedi e quelle più ricche erano a bordo di carri trainati da cavalli. Le biciclette non erano ancora in circolazione, ma un certo Adam Opel realizza, a 25 anni, la sua azienda.
Adam aveva ottenuto ottimi risultati nell'ambito dell'industria tessile e si era quindi deciso di aprirsi a nuove frontiere industriali. Era figlio di un esperto fabbro, e non si sa se questa sua discendenza, gli abbia permesso di avere occhi attenti circa la qualità costruttiva, e la solidità che devono avere i mezzi di trasporto.
All'interno di una cittadina di circa 2000 abitanti, questo ragazzo ha deciso di rivoluzionare il mondo, con una serie di piccole realizzazioni. Nei primi anni, furono realizzati oggetti che non sono proprio legati immediatamente al nostro immaginario al concetto di Opel, come ad esempio le macchine da cucire.
Verso il 1890 inizia la produzione delle biciclette e in un solo anno, ne vende 2200. Chiaramente potrebbero sembrare molto poche, ma se rapportate in un contesto molto diverso da oggim il successo fu davvero clamoroso. Tale strada aumenta sempre di più e negli anni Venti del nostro ultimo secolo, Opel era il più grande costruttore di biciclette al mondo.
Per vedere invece la prima auto, dobbiamo andare indietro nel 1899. Era il 21 gennaio, gli stessi giorni dell'inizio della Fiat. Adam era morto da qualche anno, precisamente nel 1895, e l'azienda era in capo ai figli, i quali avevano iniziato a ragionare su tale aspetto.
La catena di montaggio originaria, andava a realizzare una piccola vettura lunga poco più di 2 metri, e spinta da un piccolo motore 1500 centimetri cubici a ciclo Otto con appena 3 cavalli e mezzo.
La numero 1000, di tale produzione, arrivò nel 1906. Da allora, nacque una crescita esponenziale che portò tutti i progetti Opel ad essere famosi nel mondo. L'imprinting fondamentale di questa casa automobilistica, è stata da sempre nella realizzazione di una mobilità democratica per tutti.
Nel 1910 circa, i tedeschi si muovevano con la 4 cavalli, una vera e propria rivoluzione per l'epoca. Successivamente arrivavano le due guerre e il dopoguerra non fece altro che consolidare l'imprinting tedesco in termini di qualità e di cura dei dettagli per questa eccezionale casa automobilistica. Il futuro è ormai ben definito ed è sotto l'ombrello di stellantis destinato a essere 100% elettrico.
Risulta un po' strano però considerare una casa automobilistica importante, come Opel, ad avere i natali all'interno della produzione delle macchine da cucire. Già dall'inizio Adam Opel dovette scontrarsi con le problematiche sociali con i sarti locali. Questi ultimi avevano paura che la macchina da cucire, avrebbe potuto sostituire la loro sapienza realizzativa.
Le cronache on-line ci raccontano anche di una rissa tra sarti, dove Adam fu malmenato. Per questo motivo, decise di consegnare i suoi prodotti in gran segreto effettuando delle campagne promozionali in zone diverse da quelle abituali della Germania.
Dalla piccola officina fino alla grande impresa multinazionale, ne sono passati gli anni e di rivoluzioni. Prima la bici e poi l'auto, vogliono andare a sottolineare come un'azienda automatiche possa andare a rivoluzionarsi progressivamente nel tempo.
Un evento tragico come la Prima Guerra Mondiale, ottenne però grandi benefici in termini di commesse per Opel. Particolarmente apprezzati con alcuni modelli da 1,5 tonnellate. La grande depressione degli anni trenta, fu tutto sommato superata in buone condizioni da parte di Opel, per un rilancio progressivo nel dopoguerra. Chiaramente la Germania usciva sconfitta dalla seconda guerra mondiale, ma ciò nonostante Opel è sempre riuscita progressivamente ad affermare la propria qualità realizzativa.
Dopo il 1960 vi fu una diversificazione della gamma, che permise tra crisi energetica e nuove tecnologie degli anni 70, a essere l'azienda che tutti noi conosciamo. La diversificazione portò a coprire moltissimi settori, con vetture che toccavano i più disparati ambiti. Ricordiamo ad esempio una Opel Calibra, ma anche la primissima Opel Corsa dalle linee davvero squadrate, che ottenne però un grandissimo successo.
Opel Tigra era il piccolo Coupé a due porte, che permetteva ai ragazzi giovani di sentirsi a bordo di una grande Coupé.
È passata di mano anche da General Motor, al gruppo Stellantis al fine di crescere sempre più con una buona base societaria. Attualmente le sedi di produzione delle auto Opel sono dislocate in Germania, Inghilterra, Polonia, Spagna, Russia e Francia. Le trasmissioni sono realizzate anche in Ungheria, senza dimenticare l'Austria dove vengono realizzati i motori di piccola cilindrata a benzina.
Una storia lunga 160 anni, che è difficile riassumere in un articolo, ma che doveva essere decisamente raccontata per la sua bontà e qualità realizzativa.
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Credit photo STELLANTIS media press
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