Finalmente dopo mille controversie con Renault e Nissan, FCA riesce a trovare un partner internazionale per realizzare un gruppo dominante nel mercato automotive. Con la sicurezza che nessun impianto verrà chiuso, ci sono vincoli precisi per i soci delle due società.
Un lampo a ciel sereno quello della fusione tra FCA e PSA. Le indiscrezioni delle scorse ore, sono state confermate da un comunicato stampa diffuso a poche minuti dall’apertura della borsa azionaria. Ed è normale come queste informazioni devono essere rilasciate a “giochi fermi”, per non andare a intaccare l’andamento delle azioni con informazioni fuorvianti o che possono facilitare comportamenti opportunistici nel mercato.
Fattostà che l’ufficialità è arrivata, con queste parole:
“Il consiglio di sorveglianza di Peugeot SA e il consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles NV hanno concordato all’unanimità di lavorare a una piena aggregazione dei rispettivi business tramite una fusione paritetica (50/50). Entrambi i consigli hanno dato mandato ai rispettivi team di portare a termine le discussioni per raggiungere nelle prossime settimane un Memorandum of Understanding vincolante”
Tutto chiaro. Le due società si fondono e realizzano il quarto nucleo al mondo di produzione di auto. Un gruppo più grande equivale a dire, maggiore potenza in fase di acquisto, di decisione a livello globale, maggiore possibilità di interscambio di tecnologie (a partire dall’elettrificazione), di piattaforme e tutto quello che riguarda la ricerca e sviluppo.
A snocciolarli tutti, i marchi noti alla gente, racchiusi sotto questo enorme cappello sono veramente tanti. Stiamo parlando infatti di Fiat, Fiat Professional, Alfa Romeo, Lancia, Abarth, Maserati, SRT, Chrysler, Dodge, Jeep, Ram Trucks per la parte di FCA e Peugeot, Citroen, DS, Opel e Vauxhall per PSA. Con un fatturato di 110 miliardi di euro per FCA nel 2018 e 74 per PSA, mentre gli utili sono rispettivamente 3.63 e 2.83. Un grosso gruzzoletto, come direbbero in tanti.
Subito si sono alzate insinuazioni di taglio alla produzione e chiusura di stabilimenti, subito smentite dalle precisazioni immediate delle due case automobilistiche. E ci pare anche sensato, visto che questa fusione mira soprattutto a contrastare l'imminente fusione Ford-Volkswagen. Maggior intesa a livello di produttività, per una stabilizzazione e differenziazione dei modelli tra le diverse singole case produttive.
Con una governance di 11 membri, 5 per lato, ci sarà un capogruppo olandese che sarà quotato a Parigi, Milano e New York. Da un punto di vista della stabilità dei soci, ci sono vincoli precisi per impedire decisioni di fuoriuscite dal patto. FCA e PSA, per tre anni non potranno andare a cedere le proprie azioni, per nessun motivo. L’unica eccezione è stata fatta per la famiglia Peugeot che può aumentare del 2.5% la propria partecipazione, acquistando azioni da Bpifrance Participations e Dongfeng.
E per chi è già azionista delle due società? Concretamente deterrà il 50% del nuovo gruppo, dopo alcune transazioni propedeutiche al passaggio. Tutto questo avverrà nel giro di qualche settimane.
In conclusione un’ottima notizia per il settore automotive, ma anche per il Sistema Italia industriale, che trova nel partner franco-tedesco un importante alleato nella sfida quotidiana a livello mondiale nel settore automotive. Perché, leggendo tra le righe, questo patto ha tra gli obiettivi principali il rilancio dei brand di fascia alta come Alfa Romeo e Maserati. Novità in arrivo a breve? Vedremo!