Una doppietta in qualifica completamente sprecata nei primissimi istanti di gara. Non si era ancora partiti e tutto è andato in fumo. Bottas ringrazia per la vittoria e Mercedes vince il sesto campionato costruttori consecutivo. Poteva andare peggio?
Ci sono gran premi fortunati e gran premi sfortunati. Ci sono gran premi dove non pensi di vincere e ti trovi sul podio. In altri invece eri pronto con la bottiglia per festeggiare, ancora di prima di partire, e ti trovi a smontare le bandierine dei festeggiamenti e vedere gli altri con le magnum di champagne e prosecco. Ecco, Suzuka è stato così.
Vettel, Leclerc. Una prima fila che faceva sognare i tecnici Ferrari, in un circuito dove sorpassare è veramente complicato. Non stiamo parlando di Montecarlo, ma i punti per tentare un attacco proficuo sono veramente pochi, soprattutto se hai davanti una macchina veloce come la rossa. Ed invece è successo quello che probabilmente nessuno poteva prevedere.
Momento della partenza. Vettel ha un sussulto. La vettura fa un balzo, senza partire. Lui si distrae un attimo e lo stesso fa Leclerc. Intanto, mentre i due ferraristi erano in preda a capire che succedesse, il semaforo si era spento e gli altri erano partiti. Morale della favola: alla prima curva Bottas era davanti alle due di Maranello, senza neanche far fatica. Perchè la Mercedes è forte, ma se la si agevola, allora non è possibile batterla.
Nelle prime curve poi un contatto tra il monegasco, campioncino emergente della Ferrari, e il suo avversario di una vita, Max Verstappen, ha portato a rovinare la gara di entrambi. Charles ha visto rompersi l’ala anteriore e l’olandese è uscito di strada. Non sazio di questa performance, il pilota in rosso non è rientrato subito ai box, subendo quindi un totale di 15 secondi di penalità che lo ha portato ad arrivare settimo al termine della gara.
Anche Vettel alla fine, ammette l’errore, riconoscendo la superiorità della casa della stella. L’ex pilota Red Bull, ed ora Ferrari ha infatti affermato:
“Penso che ovviamente la Mercedes abbia avuto la macchina migliore negli ultimi due anni, e penso che ci siano altri piloti che avrebbero potuto avere ottime possibilità di vincere un campionato. Ma bisogna sottolineare che è la combinazione tra squadra e pilota che fa la differenza. (...) Non è solo Mercedes o solo Lewis. È l’insieme dei due che li ha portati a un punto in cui sono molto, molto difficili da battere con errori davvero minimi. Quindi questo è merito sia del pilota sia della squadra e penso che sia giusto menzionare sempre entrambi”
Bottas vince e la Mercedes è per la sesta volta consecutiva campione del mondo. Come la Ferrari con l’era Schumacher. Un ricordo che è ancora vivo negli occhi di Binotto, da sempre dentro la Ferrari. Entrato nel 1995 come ingegnere motoristico per la squadra test, due anni dopo ha avuto il debutto nella squadra corse, fino ad arrivare a team principal quest’anno.
“Il ricordo della Ferrari dei record non è né imbarazzante né stimolante, è un bell’esempio, mi ci rifaccio spesso. Più di una volta in certe situazioni mi chiedo come avrebbero agito Todt o Domenicali. Credo che sia stato un periodo propedeutico che diventa un esempio importante”
A parte questo, il gran premio ha visto la ToroRosso felice a metà, una Renault super sprint per i sorpassi, una RacingPoint a due vie, e la Haas che continua a non andare. E il nostro Giovanizzi? Sedicesimo, sarà per la prossima.
Foto di Lex Ger da Pexels