La casa di Ingolstadt ha definito la road map E, fissando i paletti della crescita dell’era elettrica. Aumento di budget del 50% nel marketing, realtà virtuale in ambito formativo, una rete di ricarica di proprietà, e molto altro. Vediamo i dettagli.
Audi ci crede, moltissimo. E lo sta facendo in modo organizzato e strutturato. L’elettrico è qualcosa di ormai inevitabile. La casa automobilistica, appartenente al settore premium, non può che fare i conti con la tipologia di clienti premium, sempre più attenti alla mobilità sostenibile. C’è voglia di innovazione, di scossa elettrica e non, all’interno del mercato automotive. Molto spesso dopo un periodo di crisi, in qualunque ambito, l’innovazione è anche benvenuta per risollevare le sorti di un mercato automotive che non sta vivendo un periodo idilliaco, nel complesso.
Entro il 2025 verranno messi sul mercato, da Audi, oltre 30 modelli elettrificati, benzina ed elettrico per intenderci. L’impronta del carbone poi, durante tutta la fase realizzativa di una vettura, dovrà scendere del 30% rispetto al 2015. Perchè non ha senso comprare una vettura elettrica, se l’energia utilizzata per costruirla e per fornire energia di ricarica, deriva da fonti non rinnovabili. Ed è questa la grande sfida attuale. Lo stabilimento di Bruxelles svolge un ruolo da pioniere: è il primo stabilimento produttivo automotive a zero emissioni. Per fare questo però, è stato necessario installare nel 2012 il più grande impianto fotovoltaico della regione. Il risparmio è di 40.000 tonnellate di CO2 all’anno.
Ricarica a casa o “in giro” è indifferente, il marchio Audi è sempre presente. Presso la propria abitazione è possibile installare “Volkswagen Naturstrom”, un punto di ricarica di energia rinnovabile al 100%. Se invece si è distanti da casa, allora si ha accesso alle colonnine convenzionate al servizio Audi e-tron (circa l’80% del totale), per ricaricare dimenticandosi di dover pagare ogni volta. Tutto verrà addebitato sul proprio account. Il piano del gruppo VW, proprietario di Audi è quello di posizionare 400 punti di ricarica veloce, distanti l’uno dall’altro non oltre i 120 km, in 25 paesi diversi. Un concetto quindi di mobilità non solo nazionale, ma anche transnazionale.
Con queste nuove tipologie di vetture, è necessario poi formare adeguatamente i meccanici. Per fare ciò, Audi ha pensato ad una metodologia innovativa, ovvero l’adozione della realtà virtuale, un programma realizzato ad hoc per familiarizzare con i dettagli dell’alta tensione presente nelle batteria di Audi e-tron.
E per le batterie usate? Audi e VW stanno lavorando a stretto contatto per un processo di riutilizzo. Se è vero che nel corso degli anni, la capacità di ricaricarsi perfettamente diminuisce, la stessa batteria può essere utilizzata in altri contesti. Esempi pratici sono i carrelli elevatori e trattori della sede principale di Audi (Ingolstadt), oltre che nel campus di Berlino come batterie di accumulo.
Dal punto di vista produttivo invece, si cercherà di perfezionare le piattaforme, andando a classificarle per segmento. Le grandi vetture infatti utilizzeranno la piattaforma PPE (acronimo di Premium Platform Electric), mentre per quelle più compatte è stata scelta la MEB.
Ma forse la notizia che maggiormente è da sottolineare, è il fatto che Audi ha posto nel 2050 le zero emissioni per quel che riguarda la neutralità da fonti non rinnovabili. Il vero impatto zero. 30 anni, non tanti se si pensa allo sviluppo economico e tecnologico avvenuto nel passato.
credit photo: Audi media room