Con la sicurezza non si scherza e questo lo sanno bene i motociclisti. Con l’arrivo della bella stagione, l’uso della moto è un must per chi ha la possibilità e la passione. La provincia di Trento ha deciso di apportare alcune modifiche alle regole in vigore lungo le proprie strade. Scopriamole insieme.
C’è chi sceglie il mare e chi la montagna. Nel caso della seconda scelta, per chi vive nel nord Italia, un giro lungo le strade e i territori del Trentino è quasi un obbligo. Specialmente se si possiede una moto, da utilizzare al meglio lungo le bellissime strade della regione a statuto speciale. Con l’aumento dei motociclisti, aumentano però anche il numero di incidenti purtroppo. Ben 6 morti nel giro di due settimane, nella sola regione cuore del verde del nord Italia. Come contromisure, le autorità locali hanno deciso di andare ad apportare alcune modifiche.
Come primo aspetto sono stati intensificati i controlli, aumentando le pattuglie lungo le strade dove con la bella stagione, i motociclisti sarebbero portati ad aprire il gas. Oltre a questo sono stati predisposti nuovi limiti ai 60 km orari in occasione di passi alpini. Da un punto di vista grafico, anche i cartelli saranno rivisti, con un layout bifacciale per andare a sensibilizzare i centauri a non eccedere i limiti di velocità.
A fare da capofila di questo cambiamento è il governatore Maurizio Fugatti, il quale ha risposto ad un’interrogazione che è stata presentata da Alex Marini, del Movimento 5 stelle. A dare una scossa a questo cambiamento sono stati per l’appunto i sei morti che ci sono stati durante le ultime 2 settimane, un dato che non si può e non si deve replicare lungo le altre settimane della bella stagione estiva.
Ogni morto, andando forse un po nel tecnico, non è soltanto qualcosa di straziante dal punto di vista umano, ma è anche un costo sociale e non solo. Pensiamo ad esempio se viene a mancare un capofamiglia di una famiglia giovane con uno o due figli, che ammanco economico sarebbe per il benessere, anche sociale, dei ragazzi che stanno crescendo. Oltre a questo, nel caso in cui un incidente ha provocato dei danni alle infrastrutture pubblico, è da imputare anche un costo di ripristino al sistema viario.
In altre parole, queste misure non fanno altro che andare a cercare di limitare una piaga che ogni estate si ripete, per via della bella stagione, ovvero l’aumento del numero di morti tra i motociclisti. E’ sia una questione di velocità, in alcuni casi, sia di fondo stradale spesso non ottimale, ma anche una questione legata agli automobilisti. Se infatti in uno scontro tra vetture, i passeggeri a bordo sono protetti da un elevato numero di airbag, sistemi di sicurezza vari che vanno a ridurre la velocità prima dell’impatto, tutto questo aspetto non può essere replicato nei casi dei motociclisti. Purtroppo in questo caso, il corso del centauro è esposto a collisioni molto più dirette che spesso eventuali airbag o sistemi di protezione della colonna vertebrale non servono a molto.
In conclusione, ci viene da ricordare una cosa che dovrebbe essere ovvia. Se vogliamo spingere la nostra moto al limite, esistono le piste. Se invece vogliamo godercela in una rilassata gita estiva, rispettiamo i limiti della strada, prestando molta attenzione al fondo della strada e agli altri veicoli, a due e quattro ruote, che si trovano con noi lungo il tragitto. Perchè in questi casi, non si può tornare indietro.
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