La casa giapponese, in pieno slancio per una diffusione dell’ibrido, è di nuovo al centro di vicende per difetti alle proprie vetture, che saranno costrette ad effettuare dei richiami. Non è la prima volta che succede, anche se rimangono molto affidabili le auto provenienti dal sol levante.
Quando si compra un vettura, la si va a guardare in concessionaria, si confrontano vari modelli, si ragiona sulla migliore offerta anche in base a criteri di affidabilità, garanzie e quant’altro. I più attenti vanno ad osservare se sono presenti richiami in corso della casa o freschi di richiamo. Già, perchè succede a volte che la nostra auto deve tornare in officina della casa madre, per un controllo di scrupolo.
E’ quello che succede per Toyota in queste giorni, e che già è successo in passato negli anni scorsi. Sono 1.6 milioni le vetture che devono essere controllate, per problemi agli airbag. Fautore di tutto ciò è l’azienda Takata, leader mondiale nella componentistica automotive, caduta in rovina e attualmente in procedura di fallimento, per l’appunto per oltre 100 milioni di richiami legati ai suoi componenti.
Sebbene lo slogan della Takata era “Quality first”, dal 2013 iniziarono i guai, con il richiamo di circa 3.6 milioni di vetture con airbag difettosi. Sono stati cinque incidenti mortali, per scoppio accidentale degli airbag, negli Stati Uniti a dare il via al più grande richiamo di veicoli della storia, con un dato che si è attestato a 34 milioni. Il motivo? Era stato l’utilizzo di un gas, il nitrato d’ammonio, rispetto a quello corretto, il tetrazolo, a far esplodere accidentalmente gli airbag, per via di una maggiore instabilità dinanzi a variazioni di temperature. Il motivo per questo cambio di utilizzo? Il costo, nettamente inferiore. La vertenza con le autorità statunitensi portò ad un accordo societario per circa 940 milioni di euro di risarcimento. Di lì a qualche mese, a metà giugno, viene dichiarata bancarotta.
Tornando alla Toyota e al richiamo in corso, oltre a noie relative agli airbag, sono stati riscontrati anche problemi legati alle centraline. Il problema in questione è il bloccaggio delle cinture di sicurezza in caso di incidente, aspetto assolutamente da non trascurare.
Ok, ma come sapere se la nostra auto deve subire un richiamo? Sul libretto alla voce E possiamo osservare il VIN (numero di identificazione del veicolo, conosciuto anche come “numero di telaio”), ma anche su una targhetta alla base del parabrezza lato conducente. Questo numero, se inserito nel sito predisposto da Toyota
https://www.toyota-europe.com/world-of-toyota/articles-news-events/takata-airbag-recall-information#
ci comunicherà se siamo tra coloro che si devono recare nelle officine ufficiali Toyota. In Italia i modelli coinvolti sono la Toyota Corolla e Avensis, per circa 50 mila unità.
Purtroppo Toyota ha da poco annunciato anche richiami per circa 2.4 milioni di auto ibride (Prius e Auris) per problemi legati al dispositivo di protezione del propulsore che potrebbe spegnersi in modo improvviso. Prius che ha visto un milione di telai ritornare a casa, per essere sostituita completamente la vettura, per via di un rischio incendio.
Oltre il danno, anche la beffa in alcuni casi. Non è un caso isolato che, alcuni automobilisti si sono recati in officina e non hanno trovato i pezzi di ricambio. Viste le ingenti quantità di richiami, è capitato infatti che non erano presenti i pezzi dotati di “buona salute”. Toyota, ma anche Volkswagen, come nel caso della Polo e Seat Ibiza e Arona. Per le vetture del colosso tedesco, è capitato che la cintura centrale posteriore potrebbe sganciarsi, ma che il pezzo non è presente in officina. Come uscirne? Applicando un adesivo per ricordare di non utilizzare il posto centrale. Un aspetto che non è piaciuto ai proprietari delle vetture e che ha spinto Altroconsumo ad avviare un’azione per ottenere il 20% del valore della vettura, o addirittura la sostituzione del mezzo.
Toyota, Volkswagen, ma anche altre case automobilistiche che in modo ormai abituale effettuano richiami per evitare l’insorgenza di alcune problematiche che potrebbero verificarsi. Richiami che sono sinonimo di serietà per oggetti, come le vetture attuali, che sono sempre più complesse dal punto di vista ingegneristico e di realizzazione pratica.
Credit photo: Toyota Media press