Chi dice che l’elettrico non si possa declinare in ambito sportivo e aggressivo? Jaguar, con il suo ultimo modello SUV, ha detto il suo, in un ambito che i big player stanno iniziando ad investire molta ricerca. Vediamo insieme i dettagli e come si guida questo giaguaro a zero emissioni.
Presentata esattamente due anni fa al salone dell’automobile di Los Angeles, nella sua concept car, è entrata in produzione quest’anno grazie alla collaborazione con Waymo, l’azienda collegata a Google per la guida autonoma. Disegnata da Ian Callum, ha tratti meccanici che derivano dalla Formula E. Una vettura assolutamente da conoscere per non pensare che le auto elettriche non possono essere divertenti e dare un piacere alla guida.
Iniziamo subito dal motore che, essendo elettrico, non ha dati legati alla cilindrata, ma bensì legati ai kWh. In questo caso la Jaguar ha scelto un valore pari a 90kWh per questo modello, che si può ricaricare in corrente alternata o in corrente continua, con valori da 7.4kW e 100kW rispettivamente. Variano quindi, e di molto i tempi di ricarica che si riducono fino a meno di un’ora quando si sceglie il caricatore DC.
Con una trazione integrale, creata in collaborazione con Land Rover, la vettura è in grado di adeguare la potenza della trazione, che viene distribuita alle ruote, a seconda del fondo stradale che viene selezionato dal pilota. I cavalli a bordo sono 400, grazie a due motori uguali di 200 CV, capaci di sviluppare 696 Nm di coppia motrice. Con una massa di 2.133 kg, una lunghezza di circa 4.68 metri e una larghezza di 2, si riesce ad accelerare da 0 a 100 km/h in appena 4.8 secondi. E chi l’ha detto che con un elettrico con si possa raggiungere i 200 km/h? I-Pace può farlo.
Un importante valore sullo spunto iniziale, che non deve però portarci a pensare che sia una vettura da pista. Si nota infatti che se spinta all’estremo, le sospensioni non sono studiate per una sportività estrema. Nella guida di tutti i giorni però il comfort è assolutamente un must per Jaguar, e anche in questo modello dobbiamo dire che non si rimane delusi una volta provata. Merito anche delle sospensioni pneumatiche che limitano i contraccolpi del manto stradale in modo eccellente e dei sedili che avvolgono perfettamente il conducente, con tutta una serie infinita di regolazioni.
La tecnologia non manca, con infiniti sistemi di assistenza alla guida, ovvero i cosiddetti ADAS. Parliamo ad esempio del cruise control adattivo, frenata d’emergenza, BLIS (segnala quando una vettura si trova nell’angolo cieco dello specchietto), mantenimento della corsia e monitoraggio del traffico in retromarcia. Una videocamera a 360 gradi posteriore ci permette inoltre di comprendere cosa succede alle nostre spalle, quando dobbiamo uscire da un parcheggio e la visibilità è coperta dalle altre auto o da ostacoli di vario tipo.
Veniamo ora ad alcune considerazioni su aspetti che potevano essere migliorati e che ci auguriamo possiamo evolvere nei prossimi restyling. Come primo step è sicuramente il fatto che non è stata progettata su una piattaforma dedicata e il fatto di posizionare il motore elettrico, su un pianale che è dedicato ad un motore benzina/diesel, per motivi legati al peso e alla distribuzione di quest’ultimo, crea una situazione non ottimale.
Come altro aspetto è l’autonomia che sulla carta è dichiarata in 470km. Se si viaggia in autostrada, con una velocità di crociera costante, è inevitabile andare incontro ad una forte diminuzione di questo valore. Se si usa invece in città, possiamo andare a ricaricare la batteria con la fase di decelerazione. Un pieno poi non è gratuito e può variare dai 20-22 euro, se si effettua con la tradizionale presa domestica, ma con tempi di ricarica molto alti, fino a 45 euro con le colonnine pubbliche.
Molti aspetti positivi e qualche area di miglioramento. Una vettura che trasmette una sensazione di sicurezza, sportività e che aiuta l’ambiente nel momento del consumo.