È stato pubblicato uno studio di un docente affiliato all'Università di Tor Vergata di Roma, il quale definisce le date di fine epidemia. Vediamo insieme quando potremmo circolare liberamente sulle nostre strade.
Dopo quasi un mese di lockdown totale dell'Italia, iniziano a intravedersi i primi risultati positivi della quarantena di tutti gli italiani. Gli sforzi di diversi milioni di persone si stanno convertendo i risultati positivi circa il numero di nuovi contagi e la diffusione del coronavirus. Tutto quello che ci servirebbe ora è comprendere la fine di questa situazione emergenziale. Molto spesso sui social si notano post circa le domande su quanto ancora dobbiamo rimanere chiusi in casa, senza la possibilità di andare a fare due passi anche da soli, senza dover obbligatoriamente avere l'autocertificazione con te.
Premettendo che una precauzione in più è sempre meglio che una precauzione in meno, in virtù di un virus che non si conosce e che non si comprende bene totalmente nella modalità di diffusione e di resistenza ai farmaci, lo Stato Italiano ha giustamente messo la massima severità nella gestione e nella politica di contenimento di tale virus.
In concomitanza con questa situazione, diversi studiosi di varie discipline, stanno cercando di comprendere quando il coronavirus potrà essere definito terminato per questa prima ondata di diffusione. È bene dire fin da subito che l'epidemiologia è una scienza legata alla statistica e, in virtù del fatto per l’appunto che tale virus non era mai stato osservato in una situazione pandemica di tale portata, è buona cosa dire che dobbiamo sottostare ai dati statistici e i metodi statistici.
Franco Pennacchi, docente affiliato all'Università di Tor Vergata di Roma, ha pubblicato la scorsa sera, uno studio nel quale afferma la singola data di termine dell'epidemia per ogni singola regione. La decisione di andare a spezzettare l'Italia in tante regioni, ed attribuire ad ognuna di esse una data ultima di diffusione del virus, ovvero una data dove non vi siano ulteriori contagi giornalieri, è dovuta al fatto che l'epidemia si sta diffondendo a macchia di leopardo. Esistono infatti regioni dove la diffusione è molto diffusa, ad esempio al Veneto, la Lombardia o l’Emilia Romagna, mentre ci sono regioni come il Trentino o la Basilicata o il Molise dove il virus non ha effettuato un numero ingente di contagi. Per questo motivo ogni singola regione ha una data ultima di contagio.
Nella migliore delle ipotesi, la prima regione che registra una fine dell'epidemia sarà il Trentino Alto Adige, nei primissimi giorni di aprile, mentre l'ultima regione dovrebbe essere la Toscana il 5 maggio. Tale previsione è basata sulle stime di deviazione minime non aggregate, un modello statistico matematico normalmente utilizzato per tali ambiti. Chiaramente non è l'unico metodo statistico matematico esistente: altri metodi statistici affermano che l'epidemia potrebbe durare fino al 16 maggio, secondo ad esempio il metodo dei minimi quadrati ordinari.
Dovrebbe essere quindi questa la data, sempre che la situazione rimanga costante e senza picchi ulteriori ma si profili un continuo di positiva progressione dei dati, giornalieri. È bene dire infatti che tale studio viene aggiornato giorno per giorno dal docente, in quanto questi dati statistici sono solo dei dati previsionali che devono essere confermati quotidianamente dall'andamento di tale situazione. La statistica è infatti una scienza previsionale se proiettata nel futuro, andando ovviamente ad attingere tutte le informazioni sui dati storici, ovvero quelli passati.
La fine quindi dell'utilizzo dell'autocertificazione dovrebbe coincidere circa con la fine di aprile nel migliore dei casi, anche se in questo caso dobbiamo attenerci alle possibili variazioni di decreto governativi del governo Conte.
Per tutti coloro che si stanno domandando se tale epidemia potrebbe tornare, dobbiamo considerare il fatto che l'epidemia si è diffusa in tutto il globo e che con la riapertura delle frontiere, ipoteticamente in estate, potrebbe succedere un ritorno di tale situazione, come sta avvenendo in parte in Cina. Come abbiamo visto nella provincia cinese epicentro di tutta la pandemia, si sono già registrati i primi casi di infezione di ritorno. Per questo motivo è difficile definire la data ultima di tale epidemia, anche se molti studiosi affermano che con il ritorno dell'inverno, poi ci potrebbe essere un ritorno di tali situazioni a livello di macchia di leopardo in tutta Italia. Per il momento però, rimaniamo positivi e proiettati per il termini di questa prima, e si spera ultima, ondata di contagi.