Honda e General Motors hanno stretto un accordo per una road map per lo sviluppo progressivo dell’elettrico. Aspetti tecnici, organizzativi e normativi al centro del patto.
“Transportation Electrification Accord” è il nome dell’accordo che è stato siglato tra due dei più importanti marchi mondiali. Il primo è un colosso dell’industria con sede a Tokyo e fondato settant’anni fa da Soichiro Honda, mentre il secondo ha radici addirittura nel 1892 e tra i fondatori può annoverare Thomas Edison. Recentemente uscita dal Dow Jones, GE cerca il rilancio a livello mondiale, andando alle origini della propria fondazione, cavalcando il mercato nel pieno della potenza dell’elettrificazione. Honda, dal canto suo, cerca di posizionarsi in una situazione di vantaggio nei confronti dei propri competitor motociclistici e non solo. Insomma, un accordo solo, per creare una scossa unitaria al mercato globale.
Navigando sul sito web InsideEvs.com, si può scoprire come questo accordo contempla anche un importante mercato dell’indotto, ovvero BYD, Proterra, Zero Motorcycles, PG&E, Commonwealth Edison e National Grid. A questi brand, anche organizzazioni a tutela dell’ambiente Plug In America, Sierra Club e Union of Concerned Scientists.
Partendo dalla prima, la BYD Auto è un’azienda cinese con sede a Shenzhen e fondata 15 anni fa, all’interno di BYD Company, realtà impiegata nella produzione e vendita di batterie ricaricabili, personal computer e componentistica per auto. Sicuramente non un piccolo pesce, in quanto è attualmente il secondo maggior produttore al mondo di batterie ricaricabili per cellulare ed il maggiore di batterie al nickel-cadmio.
Proterra Inc. è invece una realtà statunitense, del Colorado per la precisione, attiva nel mondo del trasporto pubblico elettrico. Tra i principali finanziatori, visto la recente nascita di circa 14 anni fa, ci sono General Motors Ventures LLC, BMW i Ventures, Kleiner Perkins Caufield & Byers e molti altri.
Zero Motorcycles è invece attiva nel mondo delle moto, con propulsione elettrica. Fondata nel 2006 in California, ha iniziato a vendere in serie nel 2010 e partecipare a gare sportive, come la Pikes Peak, con la vittoria della classifica produttori nel 2013, 2014 e 2015.
PG&E non è da confondere con la più nota P&G, colosso dei beni di consumo da 65 miliardi di dollari annui. PG&E è anch’esso un colosso quotato alla borsa di New York nello Standard and Poor 500, ma attiva nel mercato elettricità e gas naturali. Con oltre ventimila dipendenti ha un portafoglio che spazia dall’idroelettrico, al nucleare, passando per il solare e i carburanti fossili. Infine Commonwealth Edison e National Grid sono due aziende fornitrici di servizi ai clienti finali, utili ai due colossi GE e Honda per aumentare la capillarità del progetto.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che le aziende firmatarie dell’accordo si impegnano maggiormente. Non è infatti una semplice intesa tra diverse aziende, non aperto ad evoluzione a livello di altre imprese. Stiamo parlando invece di un documento che invita altre imprese ad associarsi e partecipare all’agreement, in particolare nella creazione di un sistema di trasporto elettrico omogeneo, con creazione di nuovi posti di lavoro ed una riduzione dei gas serra. Obiettivi che devono essere condivisi con gli organismi statali e locali, al fine di realizzare normative ad hoc per incentivare e/o facilitare l’infrastruttura di supporto per applicazioni residenziali, commerciali o strategici (aeroporti, porti, autostrade).
Dall’altro lato, le case produttrici sono invitate a ottimizzare la creazione di batterie con un’autonomia sempre più lunga, omogeneizzando anche il sistema di ricarica a livello nazionale. Non stiamo quindi parlando di un semplice accordo commerciale tra aziende con importanti interessi economici a riguardo, ma di un vero e proprio sistema integrato trans-settoriale a livello internazionale per una scossa del mercato automotive elettrico consumer. Non ci resta che aspettare i benefici diretti che tale accordo avrà sul mercato europeo e sul mercato globale.
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