Gli appassionati delle corse conoscono benissimo questo pilota, protagonista assoluto di mille battaglie con Achille Varzi. Riviviamo insieme tutta la sua fantastica carriera, in un solo fiato.

 

Nato nel 1892 da una famiglia di agricoltori benestanti, fu lo stesso padre e zio a indirizzarlo da giovanissimo al mondo dei motori. Autista di mezzi militari durante la prima guerra mondiale, non appena tornato sano e salvo a casa, deciso nel 1920 di prendere la licenza di pilota di moto da corsa. Il 20 giugno di quell’anno si accesero le luci su una carriera ancora leggendaria, con la partecipazione al primo Gran Premio nel Circuito Internazionale Motoristico di Cremona, che si concluse purtroppo con un ritiro.

 

Tazio era un ragazzo che non conosceva paura e senza timore referenziale. In contemporanea alla partecipazione alle gare delle due ruote, iniziò anche a prendere parte alle gare automobilistiche, incassando il primo successo in 20 marzo 1921 alla Coppa di Verona. In un primo periodo però, per motivi legati ai costi più bassi di gestione e al numero maggiore di appuntamenti, Tazio decise di concentrarsi in particolare sulle due ruote. Nel 1923 arrivò una vittoria importante ad una gara a Busto Arsizio, che permise la firma di un contratto da professionista con la Indian, da condividere con Amedeo Ruggeri, pilota di punta della scuderia, ma con cui Tazio non andò molto in sintonia. L’anno seguente si rese protagonista di una vittoria a quattro ruote rocambolesca e assolutamente da ricordare e tramandare. Siamo nel Circuito del Tigullio, in Liguria, un percorso non facile e con diversi passaggi a strapiombo sul mare. Nuvolari cercò di spingere fin da subito e andò in diverse occasioni fuori strada. A pochi chilometri dall’arrivo, il distacco di un pneumatico fece ribaltare la vettura in un fosso. Questo non fu abbastanza e, grazie all’aiuto dei presenti, riuscì a ripartire, dopo aver sistemato la vettura alla meno peggio, arrivando al traguardo per primo con un mezzo fortemente incidentato. La nota più eclatante è insita nel fatto che sostituì il volante con una chiave inglese: genio assoluto.

 

Il mondo delle due ruote però non fu abbandonato, andando a portare la sua 500cc Norton davanti a cilindrate più potenti. Questo fece notare Tazio dalla scuderia Bianchi, che decise nel 1924 di assoldarlo. E qui iniziò il mito di Nuvolari.

 

Dopo un primo anno di rodaggio, il 1925 fu un altro anno da ricordare. Dopo alcuni buoni risultati, un evento pazzesco caratterizzò la crescita e la fama. In occasione della morte di Ascari, Alfa Romeo chiese agli piloti di provare la vettura per sostituirlo. Nel test pre gara, Tazio ottenne tempi sul giro pari ad Ascari in primo momento, poco prima di ribaltarsi in un fosso. Ricoverato con alcune costole incrinate e lacerazioni, ottenne le dimissioni dall’ospedale e, contro il parere medico e della direzione gara, partecipò al Gran Premio. Partito ultimo, arrivò primo e riuscì a laurearsi Campione d’Europa nella classe 350. Il 1926 fu un anno dove gli screzi con i patron Bianchi erano quasi ordinari, per via anche della scelta di Tazio di partecipare ad alcune gare automobilistiche, come la Mille Miglia.

 

Stanco di dover stare alla mercè di altri, e ben consapevole del suo potenziale e della popolarità che aveva, decise nell’inverno del 1928 di fondare la propria scuderia. Acquistò quattro Bugatti, due per lui e due per l’amico rivale Achille Varzi e Cesare Pastore. Se in un primo momento, le vittorie non mancarono, nel corso dell’anno e nel 1929 il mezzo di Tazio iniziava a sentire i chilometri effettuati. In contemporanea i diretti concorrenti avevano apportato migliorie ai propri mezzi e questo portò, in un primo momento, ad assumere senza successo un nuovo ingegnere e poi a ritentare il mondo delle due ruote. Sul Circuito del Lario fu infatti protagonista con la sua Bianchi Freccia di color celeste, di una vittoria entusiasmante, anche nei confronti di moto con cilindrata maggiore. +

 

Il 1930 fu l’anno della consacrazione con Alfa Romeo. L’episodio forse più noto della vita agonistica di Tazio fu la vittoria alla Mille Miglia del ‘30. Dopo un lungo duello su e giù per lo stivale, in un tentativo di rimonta su Achille Varzi, nei pressi di Peschiera del Garda, Tazio decise di spegnere le luci della sua vettura per non essere riconosciuto da Varzi. L’impresa riuscì, e di conseguenza la fama esplose. Arrivò anche la chiamata di un certo Enzo Ferrari per gareggiare per la sua neonata scuderia. Negli anni seguenti, tra il 1931 e 1950 le imprese e vittorie storiche non si contano neanche. Nel 1931 al Circuito delle tre Province, ruppe la molla di richiamo dell’acceleratore. Tazio nonostante ciò, vinse la gara, controllando sterzo, freno e frizione, mentre il suo meccanico Compagnoni controllava l’acceleratore tramite la cintura dei pantaloni fatta passare attraverso il cofano. Nel 1935 grazie alla sua inconfondibile sbandata controllata, riuscì a vincere il Gran Premio di Montecarlo, superando i cinque pilota che lo precedevano, usciti di strada per via di perdita di aderenza nella stessa curva. Il 15 giugno del 1935 stabilì il record del chilometro lanciato in 11 secondi circa, ad una media di 321 km/h nonostante il fortissimo vento che tirava quel giorno, aveva quasi fatto uscire il pilota di strada. E che dire della Coppa Andrea Brezzi del 3 settembre 1946, quando concluse tredicesimo, ma sventolando il volante al pubblico. Un uomo che sapeva farsi amare da tutti.

 

Questa è stata la vita di Tazio Nuvolari, conclusa in un letto nel 1953 a seguito di un ictus che lo aveva colpito l’anno prima. Ai funerali parteciparono tra le 25.000 e 55.000 persone, con un corteo funebre lungo alcuni chilometri. Un uomo, un mito, una leggenda

 

 

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