IAA Commercial Vehicles 2018 di Hannover è stato il teatro per la presentazione dei nuovi camion della casa coreana. A partire dal 2019 inizierà la consegna dei primi mezzi, con un carburante rivoluzionario e amico dell’ambiente.
In origine ci sono stati i modelli ix35 Fuel Cell e Nexo. Ora abbiamo il primo veicolo adibito a trasporto merci, con alimentazione a celle a combustione, denominato Semi Fuel Cell. A partire dal 2015, la casa automobilistica coreana, ha dato il via ad una rivoluzione che la porterà a introdurre nel mercato globale trentotto modelli a basso impatto ambientale, nel giro di pochi anni.
Cerchiamo innanzitutto di capire come funziona un motore a idrogeno e che posizionamento ha attualmente nel mercato automotive, questa tipologia di propulsione. Da un punto di vista tecnico, i veicoli a idrogeno convertono l’energia chimica dell’idrogeno in energia meccanica, andando a bruciare in un motore a combustione interna o facendo reagire quest’ultimo con l’ossigeno in un una pila a combustibile, creando per l’appunto elettricità e quindi andando a muovere il veicolo, auto, moto, o quant’altro.
In natura l’idrogeno non esiste libero, ma viene prodotto normalmente dal metano o da altri combustibili fossili, anche se può essere prodotto anche da sorgenti di energia alternative come l’eolica, la solare e il nucleare. A leggerla così, sembrerebbe una cosa fantastica e rivoluzionaria dal punto di vista ambientale. Sebbene sia così, esistono ancora però molti problemi in termini sia economici che ingegneristici. In quanto gas, presenta un livello di energia inferiore a parità di volume rispetto ad altre fonti ed inoltre il trasporto e stoccaggio prevede imponenti investimenti dal punto di vista strutturale ed economico. Come ultimo aspetto, il processo di elettrolisi, non è ancora abbastanza efficiente. Il consumo di un’auto a idrogeno? Con circa 1 kg si percorrono circa 100 km, ad un prezzo di circa 10-11 euro. La diffusione di mezzi a idrogeno? Solamente qualche progetto pilota di mezzi pubblici in Europa.
Le case asiatiche sono da sempre attente a questa tecnologia. Ricordiamo nel 1999 il lancio da parte di Honda della FCX, modello esteticamente non molto elaborato, due porte di 4,16 metri di lunghezza e un’autonomia dichiarata massima di 270 chilometri. La Toyota aspettò il 2014 per immettere nel mercato giapponese la Mirai, mentre la Hyundai nel 2018 mostra al mondo il suo SUV Nexo con un’autonomia di 650km e 135kW di autonomia.
Concentrandoci sul camion in questione della Huyndai, il design è molto aerodinamico ed efficiente, anche per andare a diminuire il consumo di carburante. Sarà facilmente distinguibile, grazie alla mascherina frontale che avrà una colorazione blu e luci led. Questo veicolo affiancherà un altro camion, questa volta presentato dalla Toyota nel suo Project Portal 2.0, con una potenza di 680cv, 1.314Nm e un’autonomia di 480km.
Dal punto di vista tecnico non sono state ancora diffuse le specifiche tecniche per il modello della Hyundai, ma ben presto dovrebbero arrivare, in modo da preparare il mercato a questo nuovo salto qualitativo dal punto di vista della ricerca tecnologica. Non ci resta che attendere qualche mese per vedere come la tecnologia possa aiutare la nostra vita e l’ambiente.
Credit photo: Hyundai Media press