La casa tedesca Bosch, vuole introdurre alcune tecnologie già in uso nelle quattro ruote, anche nelle moto. L’obiettivo è quello di aumentare il livello di sicurezza dei centauri, che sono molto più esposti ad incidenti mortali rispetto agli automobilisti. Il tutto dal 2020 su Ducati e Ktm
Dal 1886, anno della fondazione a Stoccarda, la Bosch è un’azienda famosa in tutto il mondo per l’applicazione della ricerca nella vita di tutti i giorni. Attualmente è la maggiore azienda produttrice al mondo di componentistica per il mercato automotive, con un numero infinito di brevetti. Quello tra i più famosi, anche dal punto di vista commerciale, è sicuramente il common rail, acquistato in fase di avanzata progettazione dal centro ricerche Fiat nel 1991, e perfezionato successivamente.
A breve, anche sulle moto, si applicheranno alcune tecnologie che oramai sono in uso sulle nostre auto, a supporto del guidatore. Si tratta di dispositivi “di guida autonoma” che informano il guidatore di eventuali situazioni di pericolo o predispongono il veicolo a un eventuale impatto. Come data di debutto di queste tecnologie si parla del 2020, all’inizio sulle Ducati e Ktm e successivamente sulle altre case motociclistiche. Un avanzamento tecnologico che non impedirà agli appassionati delle due ruote di godersi il piacere di guida, ma che contemporaneamente gli aiuterà in una guida più sicura e senza incidenti.
E’ proprio questo l’obiettivo di Bosch, ovvero raggiungere un livello di incidenti pari a zero, che spinge ogni giorno i ricercatori a cercare di migliorare le tecnologie in uso. I dati dell’Ufficio Statistico Federale Tedesco danno invece un aumento, nel 2017, degli incidenti mortali per i centauri di sette punti percentuali. Per combattere ciò, Bosch si appresta a inserire l’Adaptive Cruise Control, il Blind-spot detection ed il Forward collision warning sulle due ruote.
Dopo aver introdotto l’ABS e il MSC (Motorcycle Stability Control), per una frenata e controllo di stabilità ottimale anche nelle due ruote, l’introduzione di queste tre imminenti tecnologie potrebbero, a detta di Bosch, ridurre del 15% gli incidenti. Grazie all’interazione tra sensori radar, freni e centralina, le moto saranno più pronte nell’intervenire in casi d’emergenza, rispetto all’essere umano.
Partiamo dal primo strumento utile alla guida sicura, ovvero l’Adaptive Cruise Control. Nelle auto è ormai una normalità, e permette di regolare la velocità in base all’andamento del traffico e rimanere a distanza di sicurezza dal mezzo che precede. Al’interno delle nostre città, la guida per i motociclisti è messa veramente a dura prova, per via del traffico e dei continui rallentamenti e accelerazioni. Avere un sistema che previene in modo efficace gli eventuali tamponamenti, è un plus non da poco che aiuterà sicuramente i guidatori.
Il secondo dispositivo utile e in procinto di essere commercializzato, è il Forward collision warning. Si tratta fondamentalmente di un radar che lavora insieme all’Adaptive Cruise Control e che avvisa con un segnale sonoro o visivo, l’eventuale distanza eccessivamente ridotta rispetto al veicolo che precede. Tale sensore dovrà quindi analizzare costantemente la situazione attorno alla moto, per verificare che quest’ultima sia alla giusta distanza di sicurezza.
In conclusione di tutto ciò, abbiamo il Blind Spot Detection, un sistema che corre in auto per quel che riguarda i punti ciechi. Molto spesso infatti i motociclisti, nel momento di superare a sinistra un veicolo, fanno fatica a verificare se sta arrivando un veicolo ed è nel punto cieco. Questa tecnologia permette loro di essere avvisati tramite un segnale visivo (si ipotizza nello specchietto retrovisore) del sopravvenire di un’auto o di un’altra moto. In questo modo il centauro potrà posticipare il sorpasso e sventare una collisione.
I dati parlano chiaro. Nel 2016, ultimo anno disponibile sul sito dell’Istat, in Italia ci sono stati 325.472 incidenti, di cui 240.719 in strada urbana, 18.905 in autostrada e 65.848 in strade extraurbane. Inoltre, degli oltre 300.000 incidenti, 205.562 riguardano collisioni tra veicoli. Dati abbastanza netti che testimoniano come la città sia il principale territorio su cui lavorare per prevenire incidenti anche mortali. Bosch da questo punto di vista è un importante player del mercato che, nel giro di un paio d’anni, introdurrà queste tecnologie. Non ci resta che attendere fiduciosi il 2022 per avere i primi dati, relativi al 2020 sulla diminuzione degli incidenti motociclistici.
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