Se risiedi in Lombardia, puoi ottenere l’esenzione del bollo per tre anni se rottami una vecchia auto e ne acquisti una. Alcuni limiti agli incentivi, sono però stati introdotti. Il motivo? La voglia di un cambiamento generazionale internazionale
Il bollo auto, nome più usato per la tassa di possesso automobilistica, è forse il tributo più detestato dagli automobilisti. Introdotto grazie ad un decreto del Presidente della Repubblica nel primo dopoguerra, è un tributo locale e non nazioanle, che ogni automibilista possessore di un veicolo, è tenuto a pagare nei confronti della regione di residenza. La Lombardia, qualche mese fa, aveva deciso di esentare dal pagamento i soggetti che acquistavano un’auto, se ne rottamavano una vecchia. Pochi giorni fa ha riconfermato la norma per il 2018, con una piccola postilla: no auto nuove diesel.
Davide Caparini, neoassessore al Bilancio, Finanza e Semplificazione della regione Lombardia, ha infatti espresso a margine di un evento pubblico di presentazione di alcuni dati legati alla Regione, la volontà di incentivare il ricambio generazionale delle auto. Le auto acquistate, sia che siano nuove o usate, dovranno essere rigorosamente a benzina e omologate con normativa euro 5 o euro 6, acquistabili anche con la formula del leasing. Limiti anche sulla cilindrata, per un discorso di equità economica, saranno applicati: le vetture che prenderanno il posto di quelle vecchie, non potranno avere una cilindrata che sia superiore ai due litri. Da non dimenticare anche la tipologia di auto vecchie da rottamare, le quali saranno solamente quelle con motorizzazione benzina euro 0 ed euro 1, oppure diesel euro 0, euro 1, euro 2 ed euro 3. La rottamiamo? Allora un contributo extra di 90 euro.
Nel caso siano presenti tutti questi requisiti, l’esenzione avrà una validità di tre anni, un risparmio interessante che permette gli automobilisti di veder diminuire l’incidenza delle spese legate alla propria auto, sulla vita di tutti i giorni. Un’esenzione che va ad affiancarsi alle già esistenti eccezioni di riscossione del tributo, come ad esempio accade per i soggetti portatori di handicap mentale o psichico, sordomuti, non vedenti o con ridotta o totale limitazione di deambulazione, a patto che l’auto abbia una cilindrata non superiore ai 2 litri (benzina) o 2.8 litri (diesel). Non dimentichiamoci dei mezzi ultraventennali di interesse storico, come le vecchie Fiat 500, che beneficiano dell’esenzione sul possesso o di una forte riduzione nel caso di circolazione su strada. E i veicoli elettrici? Ovviamente sono al centro del dibattito attuale automobilistico, ed infatti sono esentati dal pagamento per i primi 5 anni in tutto il territorio Italiano, al termine del quale sarà poi la singola Regione a definire se continuare a mantenere l’esenzione (Lombardia e Piemonte), prevedere una riduzione dell’importo, oppure equipararli ai normali motori termici. I veicoli ibridi, come ad esempio benzina/gpl, benzina/elettrico e benzina/metano sono, in alcune parti d’Italia, soggetti a riduzioni di pagamento. Un puzzle con mille normative da applicare, che lo Stato Italiano ne ha voluto lasciare la definizione alle singole Regioni.
Esenzioni che in alcuni casi, come la recente cronaca ci ha informato, non erano definite e decise dalle regione, ma dagli stessi utenti. E’ di pochi giorni fa la notizia che in provincia di Biella, la Guardia di Finanza ha scoperto, in un processo di verifica, 12 casi di non pagamento del tributo, su 600 controlli effettuati. Come facevano? Continuavano ad usufruire dell’esenzione di un parente deceduto, la cui morte non era stata comunicata alla Regione Piemonte. Un mancato pagamento totale di tributi che si aggira sui 5.000 euro totali.
I più attenti avranno notato però una cosa, ovvero l’eccezione legata alla tipologia di motorizzazione che devono avere le auto, nuove o usate, che il soggetto decide di acquistare: il diesel. Anche in questo caso, continua il processo di esclusione del motore brevettato nel lontano 1892 da Rudolf Diesel, attualmente in una bufera mediatica dal futuro incerto. Già alla fine degli anni ottanta, con uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’attenzione sugli effetti sulla salute era diventata importante. Le emissioni da diesel furono infatti riclassificate, da “potenziali cancerogene” ad “accertate cancerogene” per l’uomo. Un’attenzione ferrea, anche a causa del Dieselgate legato ai dati modificati dalla Volkswagen, che ci sta portando a riconsiderare la mobilità stradale di tutti i giorni. I dati di vendita delle auto diesel è inoltre un dato da considerare con attenzione: per la prima volta da 10 anni, la quota di mercato del diesel è scesa del cinque percento, con un corrispettivo aumento delle auto a benzina. Un calo che purtroppo non è stato infatti colmato dalla crescita di auto elettriche, che sono ancora troppo acerbe come mercato e come diffusione, per motivi legati al costo delle batterie, autonomia delle stesse e capillarità delle colonnine di ricarica.
In conclusione, questa scelta della regione Lombardia è meritevole di attenzione, in quanto permette agli automobilisti di risparmiare una bella cifra economica. Speriamo però in altre forme di incentivo, o comunque di investimenti da parte delle autorità statali, per permettere una rapida conversione del parco automobilistico verso una mobilità più ecocompatibile. Il motivo? Perché sebbene la vendita delle auto diesel sia diminuita, quella delle auto a benzina è aumentata e il risultato è stato un aumento delle emissioni di CO2. La lotta al diesel, per via delle emissioni di questa tipologia di motorizzazione, allo stato attuale delle cose non permette quindi di vedere la situazione in discesa.
In tre parole, speriamo nella ricerca.
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