È stato un anno difficile, complicato, dov'è successo di tutto e il contrario di tutto. Ora è il momento di fare il punto a questo anno di Formula 1.
Come ogni anno che termina, ci viene naturale nell’andare a fare il punto della situazione e comprendere come il 2020, si sia caratterizzato sotto l'effigie della F1. Sicuramente la Mercedes ha fatto la parte da padrone ma c'è moltissimo da dire in termini legate l'organizzazione.
Quando ad inizio anno, stavamo scrivendo progetti e prospettive per questo 2020, sicuramente non ci saremmo aspettati che l'epidemia che stava per diffondersi in Cina avrebbe completamente rivoluzionato tutto l'anno, in termini sportivi e non. All'inizio sembrava qualcosa di lontano, qualcosa che si sarebbe spento in poche settimane, ma ora ancora dopo un anno, siamo qui che stiamo lottando per l'introduzione del vaccino e per la soluzione ottimale per tutti. Un plauso va quindi all'organizzazione, che è riuscita man mano a tenere in piedi tutto il Circus, andando ad introdurre delle piste che non erano sicuramente in calendario, ma che hanno regalato emozioni uniche. Pensiamo ad esempio alla bellissima gara del Mugello, un circuito che è da sempre caratterizzato da sfide connesse al mondo delle moto e del Motomondiale, ma che ha dato delle emozioni uniche per tutti gli appassionati di Formula 1. Imola e Portimao non sono certo seconde in questa eccellenza di bellezza.
Mercedes ancora una volta, ha confermato la sua leadership e il suo assoluto carisma. Una macchina praticamente perfetta che Hamilton è riuscito a guidarla in modo altrettanto perfetto per tutto il campionato del mondo. Nel momento in cui Hamilton è risultato positivo al Covid, è inoltre riuscita a trovare un pilota che ha anch'esso confermato le sue qualità e che presto diventerà una stella della Formula 1 a livello mondiale. Stiamo parlando di George Russell, che è riuscito a confermare nella gara del Bahrain, la supremazia di questa vettura.
Hamilton e Verstappen hanno confermato la loro forza e le loro capacità straordinarie. Sembrerà semplice, ma guidare per quasi due ore una vettura a 300 km orari è qualcosa di veramente stancante, snervante e altamente pericoloso. Se non ci fosse la passione, molto probabilmente quasi tutte le persone che guidano una vettura da Formula 1, o di una qualsiasi altra categoria inferiore, non andrebbero avanti.
Vettel e Leclerc hanno condotto un anno in penombra, con qualche fiammata e qualche oro luccicante derivante da alcuni podi. La situazione sicuramente non va bene, ed anche il 2021 non prevede grandi stravolgimenti. Mattia Binotto è stato molto chiaro nell'affermare che il prossimo anno non ci saranno delle grandi possibilità di sviluppo, anche a causa delle limitazioni da parte della FIA nel poter andare a testare la vettura nella galleria del vento. Se tutto va bene, si dovrebbero avere circa 30 cavalli in più l'anno prossimo. Questo dovrebbe permettere al Cavallino Rosso di avere una vettura più veloce in rettilineo, che riesca quindi a non essere superata con una facilità quasi disarmante da vetture molto meno blasonate.
Vogliamo chiudere questa riflessione andando a citare tre aspetti. Il primo è sicuramente la Racing Point, che si è caratterizzata di una scelta quantomeno discutibile, ovvero quella di allontanare Sergio Perez, l'unico pilota praticamente che era riuscito a portare la vettura a punti con buon ritmo, andando a privilegiare il figlio del proprietario. Chiaramente non sta a noi fare dei facili commenti su questa scelta, però perlomeno è una situazione che mette un po' di tristezza. Per fortuna Perez è riuscito a trovare un ottima alternativa per il 2021.
L'altra nota al termine di questo articolo va a due piloti. Bottas è purtroppo risultato un gradino inferiore a Hamilton e non è mai riuscito a livello psicologico a imporsii se non per qualche tratto di gran premio, nei confronti del proprio compagno. È un vero peccato per un pilota che tutto sommato è di buona caratura ma che non riesce quasi mai ad esprimere completamente il suo potenziale.
Ultimo ma non in termini di importanza è Grosjean, che è riuscito a portare a casa la pelle da una situazione impressionante. Chi vi scrive era davanti alla televisione quando ha visto l'incidente in diretta. Non era possibile vedere una cosa del genere, una palla di fuoco che esplodeva da un angolo della pista. Non siamo ingegneri e neanche tecnici della sicurezza della FIA, ma sicuramente qualcosa di meglio poteva essere fatto. Un plauso quindi a questo pilota che è riuscito a saltare fuori in tempo zero e a salvarsi letteralmente la pelle. Forse questo è l'unico vero plus di questo 2020 in Formula 1 che ci porteremo nel 2021.
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