E’ stata presentata al recente Riyadh Motor Show, in Arabia Saudita, questa insolita concept car che anticipa di qualche mese il debutto al Salone di Ginevra. A guardarla bene, non si capisce dentro quale segmento rientra. Ma probabilmente è proprio questa la volontà di Giugiaro: osare.
Ricordate la Kangaroo? La concept car presentata a marzo, da Giorgetto Giugiaro, insieme a Fabrizio, aveva stupito e non poco. Era l’ultimo salone di Ginevra, andato in scena tra il 7 ed il 17 marzo di quest’anno, e molti rimasero fermi per qualche istante, prima di dire “ma si che coupé si tratta?!”. Già, perchè la Kangaroo sembra in prima battuta una tradizionale coupé, ma poi subito ci si accorge che non va solo sull’asfalto. Era stata definita anche una piccola suv hi-tech, ma a noi più ci sembra più una coupé che si adatta ad ogni terreno.
Ecco, dopo qualche mese, è arrivata la “2030”. Non è nessun sequel di qualche film di fantascienza già uscito, ma è la nuova nata in casa Giugiaro. Anche in questo caso, ci si pone qualche domanda osservandola. Questi enormi passaruota, che fuoriescono in altezza dal cofano anteriore e che ne delimitano la superficie. Piccoli finestrini laterali, in perfetto stile coupé, ma poi un’altezza da terra non certo da auto da corsa. Il risultato? Simpatico sicuramente, bello è un aspetto soggettivo.
Può piacere, come no. La cosa importante è il perchè di questa vettura ed anche la location di presentazione. Ed il colore, non da meno.
Il luogo prescelto per la presentazione è stato infatti il Riyadh Motor Show, in Arabia Saudita. Secondo i dati internazionali, il paese del Medio Oriente, è infatti il terzo produttore al mondo di petrolio. Non proprio una cosa di poco conto insomma, a livello di potenza decisionale sulle sorti delle prossime alimentazioni mondiali di vetture. E sapere che nel 2016 è stato inaugurato il piano “Vision2030”, che ha tra i vari obiettivi economici, anche quello di ridurre la dipendenza dalle entrate fiscali legate al petrolio, ci lascia un minimo pensierosi. Un modo indiretto per anticipare quello che sembra non essere più, in base prospettica, il carburante predominante dei prossimi decenni.
E guarda caso la vettura si chiama per l’appunto 2030, proprio come il piano di risanamento dello Stato arabo. E guarda caso ha i colori verdi e neri, proprio come la bandiera dell’Arabia Saudita. Insomma, la matita di Giugiaro ha voluto anticipare quello che sembra il futuro di un paese che per decenni ha dettato legge nelle quotazioni del petrolio, con fluttuazioni negative e positive.
A livello di vettura, stiamo parlando di una due posti secca, con trazione integrale permanente sorretta da due motori elettrici, uno per asse, che forniscono la corretta trazione, con continui calcoli dei sistemi informatici. Le prestazioni sono più limitate rispetto alla Kangaroo, che poteva vantare circa 450 km di autonomia. In questo caso si parla di massimo 365 km, mentre per quel che riguarda il tempo 0-100 km/h, il cronografo si ferma a 3.5 secondi.
Una volta messe le valigie nell’ampio baule posteriore, si può salire a bordo di questa concept car. Gli interni sono abbastanza futuristici, ma non troppo. Sono due gli schermi che dominano gli interni, uno orizzontale che fornisce i dati della vettura, ed uno verticale, di dimensioni maxi, per quel che riguarda l’infotainment. Per il resto, nulla di eccessivo, o di diverso da quello che abbiamo visto in questo ultimo periodo di altre vetture minimal.
Appuntamento quindi al prossimo Salone di Ginevra di marzo 2020, per ammirarla dal vivo. E chissà se Giugiaro, ancora una volta, stupirà il mondo intero con un’inedita vettura nel salone elvetico!